sabato 6 luglio 2013

La Capitale della Cultura che vorrei.



Il Sindaco Paolo Perrone introduce i lavori.
Sono stata a Lecce, tre giorni fa, al Must, a partecipare al “CURIOSITY ZONE/ LABORATORIO URBANO APERTO CREATIVO” per la candidatura a Capitale Europea della Cultura 2019.
Il Coordinatore artistico Airan Berg, uomo di teatro dall’enorme esperienza, nonché già direttore artistico della sezione performing art di Linz09 (poi concretizzatasi come Capitale Europea 2009), mi aveva invitata a partecipare e, consapevole dell’importanza della cosa, non ho esitato.
Ho trovato una sala gremita di gente curiosa innanzitutto ed interessata a partecipare; qualche polemica, come sempre, e molta voglia di fare.

La sala gremita.
 La cosa che mi ha più colpito, che poteva anche sembrare una banalità, ma finché non la capiremo non cambieremo mai nulla, sono stati i due “esercizi” che Berg, dopo l’introduzione del sindaco, dei vari direttori di candidatura, ha fatto fare alla platea: incrociare prima le mani e poi le braccia e provare ad invertire la nostra usuale modalità di incrocio. “Sentite qualcosa di strano?” è stata la sua domanda; “bene, finché non riusciremo a cambiare questa modalità, non potremo andare realmente avanti nel processo!”.

Airan Berg
(Foto presa dalla pagina Facebook di Lecce 2019)
Ho visto molti sorridere, qualcuno storcere il naso: io ho pensato che fosse la prima cosa da fare.
Perché? Perché nella capitale della cultura che io vorrei, non c’è nulla di quanto siamo abituati a vedere e vivere. Ad esempio, a me piace che, nonostante le polemiche, Brindisi abbia rinunciato alla sua candidatura singola per confluire in quella di Lecce. Perché siamo un territorio pressoché omogeneo e l’unione può fare la forza. Certo, il Salento profondo è più noto del brindisino, ha un “marchio” territoriale più riconoscibile, ma, se non ci fosse l’aeroporto di Brindisi molti turisti non arriverebbero mai a Lecce, per dirne giusto una…
E allora via ai lavori di gruppo, via ai laboratori urbani aperti, che si terranno da ora in avanti in entrambe le province, sia nei capoluoghi, che nell’interno; via all’autocoscienza critica sui principali punti di forza ma anche sulle debolezze dei singoli comparti di ogni territorio: facciamola questa analisi SWOT di noi stessi e cerchiamo realmente di modificare la situazione partendo dal basso!

I gruppi di lavoro.
 
Il gruppo "Cultura 1"
Perché sì, “Reinventare EUTOPIA” è possibile: Airan mi ha conquistato letteralmente con la scelta di questo slogan per la candidatura leccese, perché eutopia è il luogo del vivere bene, non un’utopia e come tale irraggiungibile, no! Quel prefisso “eu” che, per chi come me ha studiato il greco, fa la netta differenza tra un concetto e il suo “migliorativo”, non è solo simbolo dell’Europa ma è il nostro sogno.
Quantomeno il mio: un posto che pullula di potenzialità ancora poco e mal sfruttate, da trasformare in luogo di flusso delle idee, dei concetti, delle persone da ogni parte del Mediterraneo. Un melting pot culturale e creativo, che porti davvero a mettere a frutto le tante professionalità inespresse, dove non ci siano le “sette creative” ma dove finalmente chi ha delle idee riesca a portarle a compimento; dove con la cultura si possa finalmente mangiare e nutrirsi, in tutti i sensi, non solo nel senso del volontariato puro e spiccio per qualcuno e nelle grandi consulenze per alcuni, pochi, sempre gli stessi.
Sarò un’incredibile romantica, ma questa è la mia terra, queste sono le mie radici, questo è il senso che io ho di un territorio che non può più e non deve più essere solo la meta di turisti estivi, ma che deve vivere tutto l’anno di una vita vera. Si può e si deve fare, candidatura o non candidatura, cinquina dei finalisti o non cinquina.
Perciò partecipiamo numerosi ai prossimi incontri, perché non si parla solo di cultura, ma di accessibilità, di welfare, di ambiente, di nuove forme di economia, di istruzione, di tutto: perché il concetto che deve passare è che se riusciamo a farci notare, a far capire che abbiamo voglia di cambiare, non sarà solo il comparto culturale a beneficiarne, ma l’intero territorio, come è già successo in tutte le altre capitali europee degli anni passati.
Buona candidatura a tutti noi!
 
L'esercito del MUST!