mercoledì 9 gennaio 2013

The Man Who Sold the World.



Uno dei sogni più belli che mi sia mai capitato di fare è stato all’incirca una quindicina di anni fa: mi trovavo in una città dal clima un po’ grigio, cupo, e, in una stradina stretta mi veniva incontro un uomo magro, che indossava un cappottino grigio e un cappello a tesa larga calato in testa di traverso. All’inizio non lo riconoscevo, ma, nel momento in cui mi affiancava, si fermava e intonava nel mio orecchio “this is not America”, anche nel sogno mi sentivo mancare!
Potete immaginare che shock il risveglio.

Così vestiva nel sogno...
A parte questo incontro ravvicinato del terzo tipo (facciamo anche del quarto, visto che era purtroppo solo onirico), la mia storia con David è costellata di incontri mancati: negli anni ’90, in qualunque città io mi trovassi in tutt’Italia, lui veniva a fare un concerto e, sempre per qualche motivo di forza maggiore, non riuscivo ad andarci, io, assidua frequentatrice di live da sempre…
Il Duca Bianco nel 1972
Poi ad un certo punto è successo che, per motivi di salute, il Duca Bianco abbia smesso di apparire in pubblico e di cantare: la mia disperazione era tale che ero arrivata perfino ad ipotecare un milione di euro della mia ancor più ipotetica futura vincita al superenalotto per poterlo avere in casa mia a cantare solo per me!

Bowie e il suo alter-ego Ziggy Stardust.
Lui, l'uomo dagli occhi di due colori diversi, l’uomo dai mille trasformismi, l’artista poliedrico per eccellenza, colui che inventò il personaggio glam di Ziggy “Polveredistelle”, che transitò nella Factory di Warhol per arrivare addirittura ad impersonare lo stesso Warhol nella finzione cinematografica, Jareth il re dei Goblin in Labirinth e perfino Nikola Tesla, nel meraviglioso cameo in The Prestige. 

In Labirinth.
 
Lui che l’altro ieri sbandierava ai quattro venti la sua presunta omosessualità, poi si fidanzava con un’altra “icona” pop, Amanda Lear (e la cosa sicuramente non poté che alimentare la confusione di ruoli, visto che, come la Lear ricorda, lui si truccava più di lei!), quindi si sposava con Angela detta Angie e intanto Mick Jagger le dedicava una straziante canzone d’amore (a riprova che le sostanze assunte all’epoca dovevano essere davvero potenti, in quanto la suddetta signora tutto era tranne che un gran pezzo di gnocca) e infine raggiungeva la pace dei sensi portando all’altare l’ex top model Iman, diventando un tranquillo padre di famiglia. Pfiuuuuuuuuuuu! 
Bowie, Iman e Alexandra.
E fortunatamente, in tutta questa gran cagnara, riusciva comunque a partorire le più belle canzoni che il rock, glam e non, inglese, possa aver mai prodotto: Space Oddity, Changes, Life on Mars, Starman, Fame,  Ashes to ashes, Heroes, Rebel rebel, Ziggy Stardust, Modern Love, China Girl, Let's Dance, This Is Not America, Absolute Beginners, Thursday's Child, per dirne solo alcune.
E poi ieri, quando, ormai rassegnata a vederlo solo in foto, stavo già organizzando il viaggetto a Londra per vedere la mostra a lui dedicata dal Victoria&Albert Museum, quasi a venerarne le reliquie (sempre per la serie “chi si accontenta gode”) che succede?
Succede che, per il suo 66° compleanno, la divinità ci fa un regalo fantastico, una ballata un po’ triste, dal titolo “Where are we now?” e ci dice che a marzo uscirà un nuovo album “The next day”: il che mi dice che da qualche parte dovrà pure andare a promuoverlo, no? Resta solo da capire dove e prenotare un biglietto aereo!
London, I’m coming!

giovedì 3 gennaio 2013

Il mare d’inverno.




In Puglia anche il mare d’inverno è un concetto che il pensiero non solo considera, ma addirittura desidera: peraltro, considerato che è il 3 gennaio e ci sono 13 gradi, un sole splendente e un cielo sempre più blu, sembrerebbe primavera, altro che inverno…!


Con una colonna sonora casualmente perfetta, arrivando sul litorale mi sono imbattuta in un gregge di pecore al pascolo, uno spettacolo che trovo sempre fantastico.

E poi quell’aria frizzante, quel profumo di scoglio, quella sensazione che, se anche tutto va male, vieni a mare e ti passa… Davvero impagabili.


Quando qualcuno mi chiede perché ho deciso di tornare a vivere in questa terra, invece di rimanere al nord, la mia risposta è sempre questa.


Se nasci in un posto di mare ne sentirai sempre la mancanza: non ci sarà città, per quanto bella, ricca di stimoli e interessante, che possa compensare questa carenza. Non basterà nemmeno un corso d’acqua, per quanto imponente, che ne attraversi il centro, a far da succedaneo: per me non hanno fatto la differenza né il Tevere né l’Arno…


"Io sono nata da una conchiglia… La mia casa è il mare e con un fiume no, non la posso cambiare" cantava un Ivan Graziani d’annata. Sottoscrivo.