martedì 19 novembre 2013

Autunno/inverno 2013: tendenza Puglia!


Ostuni, la città bianca (ph. Angelo Stanisci)
L’autunno in Puglia è iniziato ora, a metà novembre, tra primi caminetti accesi e improvvise piogge torrenziali: fortunatamente la stagione delle piogge qui dura poco, così come l’inverno, concetto che ormai è quasi un ossimoro da queste parti… Ad ogni modo, per riscaldare questo periodo “crepuscolare”, ho evidenziato delle tendenze very hot.

Le mani in pasta

Il maestro panificatore Lenti alle prese con la pasta madre.
La prima riguarda il food: come faremmo senza? Ormai è diventata una mania… grandi e piccini, esperti e principianti, sono tutti con le mani in pasta. Così, tra corsi e ricorsi storici, siamo tornati alle origini anche per quanto riguarda il pane: qui ormai si impasta che è una meraviglia e se non hai la pasta madre, non sei nessuno! C’è gente che se la porta appresso perfino in viaggio (vedi il maestro panificatore Emanuele Lenti), chi ci fa i panettoni artigianali con materie prime “site specific” (vedi Antonio Campeggio), chi più modestamente (la mia mamma) insegna a preparare pane, frise e addirittura panzerotti nei piccoli laboratori di cucina locali e ne spaccia quantità industriali alle mamme delle amiche, creando un circuito virtuoso di panificatrici selvagge!
Il pane impastato con il lievito madre.
Scoperto probabilmente per un incidentale invecchiamento di un pezzo di impasto di farina e acqua, il lievito madre è oggi la soluzione perfetta per rendere belli, saporiti e molto più digeribili tanti prodotti da forno e, perché no, da frittura: noi l’abbiamo sperimentato perfino nei panzerotti…roba da leccarsi i baffi!

I manuali tematici

E a proposito di frittura, per non farci mancare niente, in Puglia abbiamo anche una pubblicazione a tema: “50 sfumature di fritto”, scritta dal giornalista con l’ossessione del food Pierpaolo Lala, con l’ausilio di amici appassionati di cucina, vero e proprio manuale untologico che comprende ricette che vanno dall’antipasto al dolce e perfino al cibo di strada. Perché noi con pastelle&co facciamo molto più hot che le sfumature di grigio…!


Ancora più “site specific” è l’altro manuale gastronomico dello stesso autore, dal titolo evocativo “Una frisella sul mare, che narra le gesta del più tipico, forse, tra i  piatti unici contadini della tradizione pugliese, declinate nelle più svariate versioni condi-musicali.
Perché noi pugliesi siamo artisti dentro, oltre che appassionati di cibo e ottimi cuochi! Stay tuned!


I borghi stellati…

I vicoli di Ceglie Messapica
(ph. A. Stanisci)
Sarà per questo che la Puglia ha ottenuto ben 8 stelle nella rinomata Guida Michelin?
Mi sentirei di affermarlo con certezza quasi assoluta: momento campanile, ben 3 di questi ristoranti stellati si trovano in altrettanti bellissimi borghi dietro l’angolo, in provincia di Brindisi! Ostuni, Carovigno e Ceglie Messapica sono infatti tre cittadine, tutte e tre appollaiate sul cocuzzolo di piccoli colli, tutte e tre con centri storici interamente ricoperti dal bianco della calce, che da sole meritano una “spedizione punitiva”, in qualunque periodo dell’anno: il consiglio vale anche per la stagione meno calda, perché qui, tra un trullo, una masseria, un b&b in antiche dimore, è possibile calarsi nella vera realtà rurale di un tempo, ancora viva e vibrante.
Sebastiano Lombardi vi farà toccare Il Cielo con un dito ad Ostuni; Teresa Buongiorno vi attende Già sotto l’arco a Carovigno; Antonella Ricci e Vinod Sookar saranno lieti di farvi assaggiare le prelibatezze locali, con un tocco esotico, Al fornello da Ricci di Ceglie Messapica: peraltro qui la mitica Antonella dirige perfino una scuola di alta gastronomia mediterranea! Venite a mangiare in Puglia!


Il Capitale culturale...
 
Mi rendo conto di essere stata giusto un po’ monotematica, ma la gastronomia è parte integrante della nostra identità e della nostra cultura, ed è proprio con la cultura che voglio chiudere questo post, parlando del recente successo della candidatura di Lecce a Capitale Europea della Cultura 2019: il capoluogo salentino, sostenuto dall’intero territorio e dalla provincia di Brindisi, ha superato il primo step di selezione della commissione ministeriale, ed è in gran fermento perché nel 2014 potrebbe diventare la designata a rappresentare l’Italia tra le sei concorrenti rimaste in gara.
La battaglia è durissima, ma se metteremo insieme, senza campanilismi, accoglienza, calore, cultura popolare ed alta, potremo farcela…! 
Ma quanto è hot la Puglia?!?!? 

Questo post partecipa al contest BLOGGER WE WANT YOU, nella sezione Lifestyle,  organizzato da Grazia.it - See more at: http://ostunimagazine.blogspot.it/2013/11/un-libro-un-ristorante-un-film-e-tanto.html#sthash.mwRX6eR3.dpuf
Questo post partecipa al contest Blogger We Want you di Grazia.it nella sezione Lifestyle.

martedì 12 novembre 2013

…e piove piove…

I Giardini di Pomona
Sono rientrata in Puglia nel maggio 2007, stanca di girovagare in lungo e in largo per la penisola e desiderosa di realizzare qualcosa di mio nella mia terra, dove sono le mie radici e dalla quale ero stata continuamente ed irrimediabilmente attratta nei quindici anni precedenti passati fuori.
Ho fatto un veloce resoconto mentale e per immagini di quanto realizzato da quel momento ad oggi e, tutto sommato, non è stata poca roba.
Convinta assertrice del fatto che la bellezza e la risorsa fondamentale di questo territorio siano le peculiarità del suo entroterra e in particolar modo l’ambiente rurale, a mio avviso dall’incomparabile attrattività, ho iniziato da lì: dal pianificare gli interventi per la canalizzazione delle risorse comunitarie in modalità strategiche sottolineando la necessità di convogliarle in questa direzione. 

Uno dei ritratti di nati a San Vito (Foto G. Di Viesto)
Sono poi passata alla valorizzazione delle identità locali, nello specifico dal mio paese, San Vito dei Normanni, richiamandone le radici più profonde e innestandovi il seme dell’arte contemporanea.


"Maia 3" di Loredana Cascione per la mostra I.D.Entity
Ho portato dei bambini di quinta elementare a scoprire la natura attraverso una forma d’arte ad essa strettamente connessa e a toccare con mano un grande progetto come Artepollino.

"Heart cinema" di Anish Kapoor, Artepollino.
"Sky cleaner" di Ani Rapinoja, Artepollino.
Laboratorio didattico artenatura.
Acquerello realizzato da un allievo di 5° elementare.
Acquerello realizzato da un allievo di 5° elementare.

Ne ho condotti altri ad inventare con frutta e verdura facce e forme artistiche, Arcimboldo-style, nelle scuole e nelle masserie didattiche, all’interno di progetti di sviluppo ad esse dedicati. 

Volto realizzato da allievo di 4° elementare.
Realizzato da un partecipante al laboratorio didattico in Masseria Melillo.
Ho cercato di creare un distretto di valorizzazione turistica, precorrendo i tempi, visto che ora lo fanno tutti.
Ho presentato progetti, alcuni dei quali rimasti inattuati per mancanza di risorse e quelli che ho realizzato non mi hanno certo arricchito (semmai il contrario) economicamente. 
E nel frattempo ho cercato di dare dignità espressiva ad un bellissimo laboratorio di cucina partecipata che diversamente sarebbe passato sotto silenzio, pur essendo nato molto prima che la smania per il food dilagasse in maniera così smisurata. 

Food Revolution Day 2013 del laboratorio di cucina di Casa Carbotti.
Ho raccontato il sud, e non solo, studiando i sistemi di valorizzazione territoriale e artistica che si andavano trasformando in fondazioni
Ho dato una mano a valorizzare i nostri castelli chiusi, attraverso l’arte contemporanea.  
E contemporaneamente ho provato ad approcciare le nuove generazioni di restauratori al management culturale.
Dovrei essere contenta e invece...
...sarà la pioggia… 



giovedì 26 settembre 2013

Muretti a secco.



Vagabondare da una vita tra i campi significa apprezzare la bellezza delle pietre, il loro resistere indomito nonostante lo scorrere del tempo. Se poi pensi a quante volte su quei sassi ti sei seduto dall’infanzia all’adolescenza, ti rendi conto di come siano in qualche modo stratificati anche in te.
Eppure, nonostante la consapevolezza dell’essenzialità delle cose, per anni hai sprecato tempo appresso a cause perse, ostinandoti ciecamente a mantenere inutili rotte verso il nulla.
Lasciando invece che sfuggissero i pezzi di valore: incostante con quel che forse avrebbe meritato uno sforzo in più, costante fino allo sfinimento per il vacuo.
E a riguardare in prospettiva, se pensi che all’amore vengono date tante facce, ma sicuramente i piccoli gesti, la costanza e la presenza anche a distanza ne sono i volti migliori; e se senti una voce che ti dice di non pensare più alla giovinezza ma alla maturità, allora con tutta la presupposta e supponente maturità di adesso pensi che sì, a quel fottuto muretto l'avresti dovuto inchiodare e non darti la possibilità di lasciarlo andare. Mai.








giovedì 15 agosto 2013

Cibo + arte = Food Art Awards!


L'opening (ph. CoBell)
Di cibo in cibo, di mostra in mostra, l'altra sera mi sono ritrovata a fare la giurata al Food Art Awards, edizione 2013, a Ceglie Messapica, ridente cittadina altosalentina che tanto sta puntando sulla gastronomia e sulla sua valorizzazione per una visibilità differente e per attrarre un turismo culturale che miri alla tanto auspicata destagionalizzazione.
Della scuola di cucina ho già parlato qualche post addietro, di ristoranti e chef stellati tutto si sa, ma ogni occasione è buona per ricordarne l’esistenza, di Food Art Award è bene fare cenno perché è un evento che mette insieme le mie due passioni: quella grande per l’arte e quella eterna (non foss’altro per essere un’ottima forchetta sin dall’infanzia e per il sostegno “endemico” nella mia famiglia) per la cucina.
La sala centrale, un attimo prima dell'opening (ph. CoBell)
Il bravo e volenteroso Cosimo Bellanova (nome d’arte Co-Bell perché il nostro è anche artista di suo e sverna nella mitteleuropea Berlino, beato lui!) ha ideato questo evento quattro anni orsono ed è riuscito, grazie anche al supporto dell’amministrazione comunale, a farlo crescere nel corso delle edizioni, tanto che quest’anno si è dovuta operare una corposa selezione tra i lavori iscritti al concorso. Ne sono rimasti in gara 57, tra sculture, installazioni, dipinti, video, fotografie, complessivamente di buon livello, tra i quali noi giurati, Damiano Laterza in veste di presidente, l’assessore Angelo Palmisano, l’amica tostissima Delfina Todisco, ottima fotografa cegliese “di ritorno”, ed io ovviamente, abbiamo faticosamente cercato di trovare "IL" migliore. 

Giuria all'opera: Damiano Laterza, Delfina Todisco e io (ph. CoBell)
Dopo lunghe e attente riflessioni, ivi compreso qualche momentaneo “scazzo” (ehm, volevo dire divergenza d’opinione), siamo giunti alla conclusione che non c’era un solo lavoro da premiare, ma che ve n’era più d’uno meritevole di riconoscimento, e che, in un momento di crisi come quello che stiamo vivendo, anche l’equa suddivisione del premio in denaro era da considerarsi un modo per sostenere artisti più o meno giovani nel prosieguo della loro attività. Pertanto abbiamo optato per un ex-aequo tra quattro artisti e relative opere: la scultura bidimensionale Poker d’assi di Claudio Greco dall’Argentario; il dipinto dal titolo Oggi canta Barbarossa dell’emiliana Alessandra Binini; la stampa fotografica commestibile Just Eat della varesotta Federica Pamio; l’installazione Fame? del salentino Sandro Marasco.
Le motivazioni alla base delle scelte variano: dalla perfetta contestualizzazione del tema food, in continuo divenire, nel lavoro di Claudio Greco che presenta i quattro assi delle carte da gioco sovrapposti ai quattro salumi più popolari, che vanno degradandosi nonostante il sottovuoto; alla perizia tecnica unita alla contemporaneità del tema “chef” come protagonista del dipinto della Binini;  dalla perfetta aderenza al sottotema dell’edizione (white food) della foto con cornice tutta da mangiare della Pamio, chiaro messaggio contro l’inappetenza culturale; all’interattività perfettamente riuscita delle lavagnette da cucina di Marasco alle cui domande dal duplice significato, culinario ed altro, il pubblico dei visitatori della mostra ha già risposto e continuerà a farlo fino alla chiusura della stessa, ritagliandosi il suo anonimo momento di celebrità (fame).
Ai premi sono seguite le menzioni di merito, che ogni componente della giuria ha voluto assegnare ad un lavoro che aveva particolarmente gradito, oltre ai premiati: la mia menzione è andata al video “Canto di lontananza” di Alessandro Perini, che mi ha colpito da subito per la componente nostalgica e il conseguente rimando al km 0 delle sue mele tristi che cantano il Nabucco di Verdi, nel bicentenario della sua nascita.
Altre menzioni sono state attribuite dagli altri componenti della giuria al cegliese Cosimo Epicoco e alla sua Evarewind, al dipinto minimale di Andrea Marcoccia, Frozen White, all’installazione glocal L’identità del cibo del giovanissimo cegliese Antonio Ciracì e al dissacrante Pollo Jackson di Sergio Laterza.
La serata ha visto svolgersi anche la surreale performance della partenopea Isotta Bellomunno, dal titolo Not all that rises is bread/ Non è tutto pane quel che lievita, che ha impastato il pane su di una bara, a simboleggiare la duplice realtà della città di Napoli, ferita a morte, ma ancora ricca di un fermento di vita che riesce a lievitare nonostante tutto. 

Isotta Bellomunno durante la sua performance.

L’ottima affluenza di pubblico della serata inaugurale, lascia ben sperare per il prosieguo dell’apertura: se vi ho messo curiosità, fate un giro a Ceglie nei prossimi giorni, magari prima o dopo gli eventi che si susseguiranno nel cartellone estivo, ed allungate la passeggiata fino al Centro di Documentazione Archeologica sito in via De Nicola, proprio di fronte al Municipio. La mostra sarà aperta fino al 28 agosto, tutti i pomeriggi dalle 18 alle 23.
E poi fateci sapere le vostre impressioni! 

Il pubblico dell'opening (ph. CoBell)