lunedì 26 novembre 2012

Oh mia bela Madunina!

La madonnina imbracata!
Sembra passata un'eternità ma solo una settimana fa esatta rientravo da un bel weekend milanese, freddo quanto basta per farmi quasi perfino apprezzare l'umidità tropicale della mia Puglia al rientro, ma denso di appuntamenti e incontri da richiedere giornate almeno di 48 ore.
Così non è per cui mi sono dovuta adeguare: un'ottima pizza napoletana per cena, appena arrivata in città, alla pizzeria Vecchia Napoli (in una zona non particolarmente attraente ma ne vale la pena); un incredibile incontro con un fantastico personaggio del mondo dell'arte; un giro nel superaccessoriato negozio Max&Co. di Corso Vittorio Emanuele (non ho resistito); il fantastico musical Priscilla, la Regina del Deserto all'Arcimboldi (andateci, ve lo consiglio vivamente, farete il pieno di energia!); e, dulcis in fundo, la mostra Rubble and Revelation di Cyprien Gaillard alla Caserma 24 Maggio, della Fondazione Trussardi.

Un vecchio forno dell'ex panificio della Caserma XXIV Maggio.
Un frame del video The Lake Arches.
  
Uno dei box di Geographical Analogies.
Uno spezzone del film Real Remnants of Fictive Wars V.



Quello che non ho visto per colpa delle lunghe code, la mostra di Picasso, l'ho immaginato a modo mio: ne trovate documentazione su PopperTV!

La coda per la mostra di Picasso...
Per completezza, poi, non posso non citare un bel pranzetto a casa (e che casa!) di una cara amica.
Infine, per la rubrica "turisti per caso", a chi cercasse un posto dove alloggiare in centro e con un ottimo rapporto qualità prezzo, consiglio l' Hotel Ascot, della catena Best Western, praticamente dietro al Duomo: da lì potrete partire per tutte le escursioni che vi pare, la fermata della metro gialla Missori è a due passi!
Non c'è che dire... "Milan l'è un gran Milan"!

giovedì 15 novembre 2012

Stati generali della cultura tra fischi e proteste.




Ho seguito in streaming, pur senza potenti mezzi tecnologici, gli Stati Generali della cultura, promossi da Il Sole 24 Ore (sulla scia del Manifesto per la Cultura pubblicato mesi addietro) che si sono svolti quest’oggi a Roma nel Teatro Eliseo.
A parte il fatto che lo sport della giornata è stato un continuo “daje al ministro”, bisogna tuttavia dire che il pubblico, costituito prevalentemente da operatori del settore, quindi sicuramente inferociti per la totale non considerazione, spesso anche disprezzo della loro attività da parte delle istituzioni (e, probabilmente, anche dei comuni cittadini, che, nella migliore delle ipotesi, ritengono il loro impegno come qualcosa di attinente più “al divertimento” che non una reale attività), vessati dai tagli alla cultura e pressati da un precariato infinito, aveva molte ragioni.
Innanzitutto l’autoreferenzialità degli interventi iniziali: doveva essere una tavola rotonda, e invece ognuno aveva preparato un intervento quasi fossero delle monadi impossibilitate ad interagire tra loro. I ministri, Ornaghi incluso (che dovrebbe essere quello preposto al Ministero dei Beni e delle Attività Culturali) balbettanti, tranne Barca, che però si è limitato in un certo senso a scaricare colpe sul governo precedente, reo di aver millantato progetti non esistenti, in special modo sul caso Pompei, e a scoperchiare un vaso di Pandora che in realtà tutti noi del settore avevamo, come dire...sospettato? Pare infatti che nei pubblici uffici preposti alla gestione della cultura non ci sia gente in grado di scrivere progetti e, addirittura, scrivere bandi (come è stato successivamente precisato dal sempre ottimo Pier Luigi Sacco)!
Chi l’avrebbe mai detto, vero? In fin dei conti è solo un caso che l’Italia sia stata costretta finora a restituire buona parte dei fondi europei per incapacità ad utilizzarli, o no?? Ed è anche un caso che, mentre incapaci funzionari bivaccano nei ministeri, la maggior parte dei giovani competenti che si sono formati in questo settore siano spesso costretti ad emigrare per non rimanere senza lavoro in questo paese, vero?
Ad ogni modo, unico a raccogliere applausi in mattinata, il presidente Napolitano: con una lucidità che nemmeno un trentenne, ha sciorinato problemi, errori e debolezze del sistema, ma ha anche lanciato spunti propositivi. La dice lunga il fatto che in un paese come l’Italia la persona che appare più moderna sul tema cultura sia un ottuagenario…
Il pomeriggio è stato di livello decisamente superiore, grazie agli interventi (contenuti come tempi, ma densi di contenuti) di docenti, operatori e ricercatori: Emmanuele Emanuele della Fondazione Roma, che ha sottolineato la necessità di sussidiarietà dell’intervento privato sui beni pubblici; il mitico professore Pier Luigi Sacco, che, dopo aver fatto notare che solo oggi in Italia dei ministri hanno parlato di "industrie creative" (terminologia in uso nel resto del mondo da almeno vent'anni), non vuol sentir parlare di patrimonio culturale come “giacimento” da sfruttare, bensì come “capitale relazionale” che crei comportamenti; l’ottimo Walter Santagata che chiede un ministero per la cultura in toto; Guerzoni che, unico, parla di banda larga e della necessità di tutelare i progettisti culturali (!) e altri ancora che non sono riuscita a seguire attentamente, alle prese con trasposizioni varie…
A conclusione, un arrancante intervento del ministro dello sviluppo economico, Corrado Passera, che è apparso totalmente estraneo al contesto, pur sottolineando la necessità, già espressa da gran parte dei relatori, di curare la formazione culturale fin dalla prima infanzia, e di consentire ai giovani la sperimentazione nell’impresa culturale, accettando anche il rischio di errore.
Notazione, quest’ultima, che condivido solo in parte: ritengo infatti propedeutica alla sperimentazione in ambito culturale una buona base formativa specifica, al fine di non sperperare denaro pubblico in forme di start-up giovanili non in grado di autosostentarsi una volta conclusa la fase di lancio finanziata… (e su questo potrei aprire un capitolo a parte, ma mi fermo qui.)
Un aspetto che mi ha molto impressionato è stato il fermento sui social network, soprattutto su twitter, dove c’è stato un instancabile live twitting per tutta la durata dell’evento: a significare che, pur nelle difficoltà nelle quali versa l’ambito culturale, che spesso somiglia ad  una “nebulosa indefinita”, ci sono ancora giovani e meno giovani che credono nel valore fondante della cultura.
E, almeno questo, lascia intravedere un filo di speranza...

lunedì 12 novembre 2012

Voglio andare a vivere in campagna! (parte seconda)




Masseria Sciaiani Piccola: il trullo-forno.
Quella appena trascorsa era l’ultima domenica degli eventi di "Andar per masserie", programmazione autunnale della rete delle Masserie Didattiche della Provincia di Brindisi  e si è svolta presso la Masseria Sciaiani Piccola di Villa Castelli. 
Dopo il laboratorio Arcimboldo realizzato il 30 settembre scorso presso l'Azienda Agricola Melillo, questa volta dovevo realizzare un laboratorio didattico basato sui principi dell'artenatura.
Arrivare alla masseria è stato un po’ frustrante a causa dell’incuria che si nota lungo il percorso che conduce dal paese alla masseria: edifici che nulla hanno a che fare con il contesto deturpano l’ambiente naturale e l’incombere delle pale eoliche è abbastanza inquietante e suggestivo allo stesso tempo.
Ma, una, volta arrivati a destinazione, fortunatamente il paesaggio muta in maniera repentina e ci si ritrova all’interno di un microcosmo rurale che presenta vari spunti di interesse: dai cavalli alla piscina naturale, dai trulli alla gastronomia locale.

Il recinto con i cavalli!
I partecipanti vicino alla piscina.
La piscina nel suo splendore.
I partecipanti, il cui numero è decisamente superiore al previsto, arrivano alla spicciolata e, attratti dalle innumerevoli bellezze del posto, si disperdono per la campagna: li “richiamiamo all’ordine” per dare inizio alle attività e raccolgo un buon numero di aspiranti artisti che seguono attentamente e con grande interazione la mia introduzione ai concetti fondamentali dell’artenatura.
Dopo di che li sguinzagliamo per i campi, seguendo Lorenzo, il titolare della struttura, alla ricerca di spunti e materiali da utilizzare per le creazioni artistiche. Qualcuno sperimenta perfino lo scuotitore per le olive, mentre nel frattempo i bimbi e qualche adulto rovistano nel terreno recuperando pezzi interessanti.


Alle prese con lo scuotitore per le olive!
I miei angeli custodi sono Adelaide, 6 anni, e Francesco, 7 anni, che raccolgono una quantità incredibile di foglie, “nastri” di giunco, ricci con e senza castagne, bacche, rametti secchi e perfino un nido vero e proprio: artenatura nella sua massima espressione!


Alcuni materiali raccolti.
Dopo una visita al trullo-forno e la sosta per raccontare il funzionamento della piscina naturale (con gustoso aperitivo, a base di focacce e friselle, incluso) riesco a portare i fanciulli in un angolo riparato dal vento, sotto ad alcune tettoie, dove sono allestiti alcuni tavoli e sedie per la realizzazione dei “capolavori”.
Lì parte il brainstorming a piccoli gruppi: Francesco traccia la linea di demarcazione del suo progetto, il fiume, e poi iniziano a comporre un paesaggio naturale. Lo stesso fanno i ragazzini più grandi, riproponendo invece il paesaggio della masseria, con perfino il recinto dei cavalli. Una meravigliosa creatura arrivata in ritardo rispetto alla presentazione decide di lavorare per conto proprio disegnando e abbellendo con pezzi naturali il suo paesaggio dell’anima: un lavoro molto delicato!

In mezzo scorre il fiume...di Francesco!
Assembliamo i pezzi...
Il nido con le olive all'interno...
Il capolavoro dei piccolini!
I ragazzini più grandi mentre organizzano il lavoro...
Ed ecco il risultato finale...autgrafato!
Un lavoro in solitaria...
Minimale e carino!
Nel frattempo si è fatta ora di pranzo, per cui si corre tutti nella sala appositamente allestita, dove ci si rifocilla con piatti tipici della tradizione: antipasti a base di melanzane, lampascioni, grano “senatore cappelli” e piatti di orecchiette.

Ottime melanzane.
Lampascioni in piatti di produzione locale.
Il grano senatore cappelli.
Qualcuno vuole partecipare...!
A quel punto il mio tempo a disposizione scade e vado via, ma il pomeriggio per i visitatori è proseguito con il laboratorio sulla preparazione del biscotto cegliese fatta da Sergio Allegretti dell’azienda agrituristica La Magnolia di Ceglie Messapica.
Un lavoro di rete, questo intrapreso dalle masserie didattiche della provincia, che, sebbene ancora in fase iniziale e con qualche piccola lacuna organizzativa che si potrà facilmente colmare con l’esperienza, ha dato un ottimo risultato in termini di riscontro e di attenzione da parte del pubblico: la programmazione infatti ha registrato il tutto esaurito in tutte le date. 

Ad maiora!